Gessica, mamma di Carlos, nato a 32 settimane e 6 giorni, racconta la sua esperienza: così diversa dai racconti del pre parto, così faticosamente meravigliosa.

Al corso preparto era tutto chiaro: parto naturale più o meno intorno allo scadere dei nove mesi, attesa della montata lattea e poi via con l’allattamento al seno, tanto naturale quanto desiderato. Mi avevano detto che il bambino aveva la capacità, già dai primi minuti di vita, di trovare da solo il capezzolo. Lo avrebbero appoggiato sul mio petto nudo ed io non vedevo l’ora di vivere quel momento. Wow, che spettacolo la natura!

Niente di più lontano dalla (mia) realtà.

A 32 settimane e 6 giorni si sono rotte le acque. Panico! Sfuma il desiderio di un parto naturale e tutto, ma proprio tutto, diventa in salita. Dal dolore del taglio cesareo all’impossibilità di avere accanto mio figlio perché, nato prematuro, e costretto in incubatrice. L’ostetrica mi spiega allora come fare la spremitura manuale del seno, per ottenere il colostro, importante per ogni bambino, ma soprattutto per il mio così piccolo e indifeso. Contro ogni mia previsione riesco nell’impresa di raccogliere le prime gocce di colostro che, attraverso una siringa, vengono date al mio bambino. Consapevole dell’importanza del latte materno, mi costringo ad una continua spremitura. L’infermiera continuava a ripetermi “anche poche gocce sono importanti”. Così vado avanti con cadenza regolare e dopo aver visto il mio scricciolo di 1,8 kg gustare il frutto di tanta fatica, mi convinco di essere una super mamma e di potercela fare. Passo al tiralatte, determinata ad avere tutto il latte di cui mio figlio ha bisogno. Ovviamente, essendo troppo piccolo per attaccarsi al seno, il latte che mi tiravo veniva dato con un biberon. Per questo motivo con il passare dei giorni l’allattamento al seno per me diventava solo un sogno.

Una volta a casa, dopo più di un mese di ospedale, iniziai la mia sfida più grande: l’attaccamento. Mi rivolsi alla Lega del Latte ed acquistai il libro “l’arte dell’allattamento materno” che lessi con foga. Ero determinata a farcela. Nel libro venivano illustrate tutte le posizioni, alcune non le avevo mai viste, ma le provai tutte. Dopo poche settimane mio figlio finalmente si è attaccato al seno: la più grande delle vittoria. Avevamo raggiunto il primo importante traguardo insieme. Sarà che la fatica è stata davvero tanta, ma l’allattamento per me è il ricordo più bello legato all’essere diventata mamma. Un atto d’amore, un legame sensoriale unico e così forte da non avere eguali.

Al corso preparto avevano ragione: che spettacolo la natura!

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