Sono ancora tante le difficoltà che si incontrano nel conciliare la propria occupazione con la nascita di un figlio. I dati dell’Ispettorato del lavoro dicono che nel 2018 molte neo mamme e anche molti neo papà hanno scelto le dimissioni.

Sono 49.415 le neo mamme e i neo papà che nel 2018 in Italia hanno concluso il loro rapporto di lavoro. Il dato, diffuso dall’Ispettorato del Lavoro, evidenzia un aumento del 24% rispetto alle casistiche del 2017. A far riflettere sono le motivazioni alla base delle risoluzioni: nel 96% dei casi infatti si tratta di dimissioni volontarie.

Sono soprattutto le mamme (35.963 nel 2018, il 73%) a scegliere di rinunciare al lavoro dopo la nascita di un figlio. Tuttavia aumentano del 49% anche le dimissioni da parte dei papà (13.488 nel 2018, il 27%). Stando ai dati, nel 36% dei casi la scelta è dettata dall’incompatibilità tra occupazione e cura dei figli. Al secondo posto (27%) l’assenza dei parenti di supporto, poi i costi elevati dei servizi di assistenza al neonato (7%) e il mancato accoglimento all’asilo nido (2%).

Poco incoraggiante lo scenario sul fronte riduzione dell’orario di lavoro: solo un quinto delle neo mamme avrebbe visto accolta la richiesta di un part time. L’abbandono del lavoro da parte delle neo mamme resta un fenomeno che riguarda prevalentemente gli italiani e si concentra soprattutto al Nord (64%).

Stefano Marconi, rappresentante dell’Ispettorato interregionale di Emilia Romagna, Marche, Veneto e Friuli, sottolinea come “il dato sulle dimissioni entro i tre anni del bambino riguarda dimissioni protette, cioè sottoposte al vaglio degli ispettori del lavoro che verificano la genuinità della volontà delle lavoratrici. Sono state debellate dunque le dimissioni in bianco e le violazioni delle ditte sono in diminuzione”.

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