L’appello di Katia Marilungo, presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche: “I bambini, i ragazzi hanno bisogno di un momento solenne, ma anche di svago. E soprattutto di un segnale importante di speranza. “.
“Si avvicina la fine della scuola, ma quest’anno ha un sapore diverso. Se da una parte non c’è quel forte desiderio di fermarsi per godersi un meritato relax, dall’altro i lunghi mesi di lockdown con il conseguente isolamento caratterizzato da ansie, incertezze, paure e riorganizzazione totale dei tempi e dei ritmi quotidiani rischiano di sembrare interminabili e non lasciano a spazio alla prospettiva di un ritorno alla normalità.
In un ultimo anno in cui la seconda parte è stata vissuta didatticamente in maniera così diversa e traumatica, ritengo sia significativo regalare ai ragazzi un momento solenne ma anche di svago. E soprattutto un segnale importante di speranza.

Gli alunni, con gli insegnanti, si sono potuti incontrare solo online, davanti a tablet e pc. Hanno dovuto trasformare le loro relazioni sociali con i compagni e sono mancati gli abbracci, le corse, gli scherzi i saluti, elementi fondamentali in un importante momento di crescita. Questo vale per i più piccoli, per i quali, poter vivere l’ultimo giorno di scuola, può rappresentare un segnale di ripresa di quella che era la loro routine fino a fine febbraio.
Credo che sarà un momento importante per cercare di restituire ai ragazzi quella normalità che avevano abbandonato e per rimetterli in una condizione di “normalità” precedente al lockdown. Mentre gli adulti, ritornando al lavoro, facendo la spesa, ad esempio, hanno sempre avuto un contatto – più o meno diretto – con la vita prima della chiusura, per i più giovani questo contatto è stato reciso bruscamente perché sono stati costretti a rimanere sempre in casa. È un momento di passaggio, di elaborazione interiore, che aiuta la nostra mente ad accettare più facilmente il distacco o l’addio.
Sono innumerevoli i motivi per cui sarebbe essenziale dar loro la possibilità di vivere l’ultimo giorno di scuola:
– La chiusura di una fase: è di fondamentale importanza chiudere un ciclo, ricordiamo che il mondo adulto ha preteso dai giovani una prosecuzione e riorganizzazione immediata delle attività scolastiche. L’appuntamento dell’ultimo giorno di scuola in presenza diventa quindi fondamentale, soprattutto per le classi terminali; penso alla quinta elementare, alla terza media ma anche all’ultimo anno di asilo, per tutti quei bambini che passano dal gioco allo studio.
– La possibilità di riapprocciarsi a quella che era la loro vita quotidiana: la vita che conducevano prima del lockdown a volte era anche faticosa, in un’altalena di alti e bassi motivazionali, che si sono spesso spenti nei mesi di chiusura. Un conto è non vedere i propri compagni di classe per tre mesi un conto non vederli per sette; in quest’ultimo caso molti di loto potrebbero perdersi di vista e magari non rivedersi. I ragazzi in questi mesi hanno rinunciato ai compleanni, ai giochi, alle attività del tempo libero; dare loro la possibilità di incontrarsi, seppur, magari, per un’ultima volta, è molto importante sotto il profilo psicologico e motivazionale.
– Il ridare loro la prospettiva del tempo che passa e la progettualità futura: in un ultimo anno in cui la seconda parte è stata vissuta didatticamente in maniera così diversa e traumatica, ritengo sia significativo regalare loro un momento solenne ma anche di svago e soprattutto un segnale importante di apertura e di speranza verso un futuro di normalità. Il significato simbolico di organizzare una giornata per salutarsi a fine anno è da condividere. E’ un rito di passaggio importante per gli studenti: si conclude un’epoca e così si può guardare alle fasi successive della vita.
– La decompressione emotiva di quanto hanno vissuto in questi mesi: ritrovarsi insieme dopo mesi di distacco potrebbe generare disagio, imbarazzo o una percezione di una realtà distorta? Ben venga anche confrontarsi con i propri vissuti emotivi e disagi, troppo spesso negati o messi a tacere da arcobaleni all’insegna dell’ “andrà tutto bene“.
Katia Marilungo, Presidente Ordine Psicologi Regione Marche