Il Garante regionale dei diritti della persona, Andrea Nobili, ha spiegato in un’intervista pubblicata questa mattina dal Corriere Adriatico, le possibili motivazioni alla base degli episodi di sballo e violenza che nell’ultimo periodo hanno visto protagonisti i giovanissimi: “Il lockdown ha avuto ripercussioni psicologiche sui comportamenti di quei ragazzi che vivevano già prima della quarantena delle difficoltà“.

La chiusura delle scuole si è fatta sentire. “La sospensione delle attività scolastiche, sportive e di socializzazione può avere condizionato i comportamenti che si sono visti in queste ultime settimane. Un disagio trattenuto durante il lockdown, che non ha avuto modo di smaterializzarsi in altri modi, è esploso, a volte, in atti di violenza“.

Sul territorio le possibilità aggregative dei giovani sono limitate. “Purtroppo ci sono luoghi nelle città che hanno visto affermarsi un’identità legata
soprattutto a forme di intrattenimento molto superficiali con un consumo eccessivo di alcolici. Parlo anche di piazze importanti, dove sarebbe preferibile avere offerte commerciali, di ristorazione e intrattenimento più varie e indirizzate a platee differenti. Invece, riscontro una certa tendenza all’omogeneizzazione: bere a basso costo, soprattutto dopo una certa ora”.

L’appello alla politica. “Occorrono politiche sociali convincenti, in grado di interloquire con i giovani e capirli. Mi piace pensare che la Regione, a partire dalla prossima legislatura, metta al centro della sua agenda la questione giovanile, un tema che nel corso degli anni ha vissuto una sorta di derubricazione“.

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