Il dato dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, diffuso dalla Cgil Marche, è relativo alle dimissioni convalidate nel 2019 presso gli uffici territoriali dell’INL.

Cresce il numero di donne che, dopo essere diventate mamme, decidono di abbandonare il lavoro. Nelle Marche, nel 2019, sono state 894 (+ 3,2% rispetto al 2018). “Un dato allarmante anche perché si tratta di numeri in continua crescita da anni”, dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria Generale Cgil Marche che ha diffuso i numeri forniti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro. “È una scelta alla quale troppe donne sono spesso costrette a causa della mancanza di risposte: dalla rigidità degli orari di lavoro alla mancanza di una adeguata rete di servizi accessibili anche sul piano economico”.

Lo sa bene Debora, 32 anni, mamma di Maiolati Spontini. Una bimba di 16 mesi per la quale, a gennaio, ha abbandonato il lavoro di operaia in un’azienda del settore agricolo: “Mio marito è titolare di una ditta – racconta – e passa molte ore fuori casa. Io lavoravo a turni. Dalle 6 alle 14.15 o dalle 14.15 alle 22.40. Impossibile con una bambina piccola, per di più allattata al seno. Gli orari mi venivano forniti giorno per giorno e un’organizzazione a lungo termine era veramente complicata. I nonni non possono aiutarci: i miei genitori lavorano e quelli del mio compagno sono lontani. L’unica soluzione possibile è stata per me quella di lasciare il lavoro”. Una decisione sofferta considerato anche che la tipologia di contratto di Debora non le ha consentito di accedere al sussidio di disoccupazione. Ma lei non si perde d’animo. “Mi piacerebbe comunque tornare a poter fare qualcosa. Magari un part time che mi consenta di conciliare lavoro e famiglia”.

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