di Elisabetta Pieragostini
L’istituzione scolastica come presidio di resilienza fondamentale, l’apprendimento attraverso attività ludiche formative, il costante rapporto scuola-famiglia che vede come fulcro la fiducia e la collaborazione. Questo è il punto di vista si Riccardo Rossini, Presidente dell’ANP (Associazione Nazionale dei Presidi) e Preside del Liceo Scientifico Marconi di Pesaro che ci ha raccontato la sua esperienza alla dirigenza in tempo di Covid.

- Preside, ha dovuto affrontare come tutti i presidi d’Italia l’emergenza Covid nelle scuole attivando la cosiddetta DAD, didattica a distanza. Cosa pensa lei in merito? Si può fare a meno della scuola in presenza?
Non si può fare a meno della scuola in presenza perché la scuola è in presenza. Possiamo dire il contrario, che non abbiamo potuto fare a meno della DAD in questo periodo di pandemia. La didattica a distanza è stata una risorsa eccezionale per garantire ai ragazzi formazione e istruzione.
2. A causa della pandemia il confine tra scuola e famiglia è diventato quasi indistinguibile. Nel suo istituto le famiglie sono state collaborative? Ci può aiutare a comprendere meglio, in base alla sua esperienza, il rapporto tra scuola e famiglia in tempi di Covid?
La mia esperienza è stata molto positiva perché le famiglie si sono affidate alla scuola completamente, presidio di resilienza fondamentale. Se la scuola è riconosciuta come prestigiosa e qualitativa nel territorio non ci sono avversità da parte delle famiglie perché si fidano. Come Preside ho deciso di essere vicino alle famiglie cercando di apportare un contributo concreto a livello tecnologico e strumentale a coloro che ne avevano bisogno. Abbiamo offerto sia i pc che i rooter con la scheda telefonica per migliorare la Wi-Fi durante lo svolgimento delle lezioni. Questo è stato un grandissimo contributo da parte della scuola che abbiamo potuto garantire perché abbiamo una nostra autonomia. Questo ci ha permesso di partecipare alle difficoltà sociali, educative e relazionali attraverso l’uso della tecnologia che in parte le ha colmate.
3.Se dovesse fare un bilancio della scuola, come istituzione e come luogo virtuoso, durante la pandemia cosa mi direbbe?
Parlando di bilancio sicuramente le posso dire che durante il primo lockdown serrato abbiamo cercato di essere presenti e di dare un supporto reale alle famiglie. La segreteria è stata sempre aperta seguendo e adottando tutte le normative di sicurezza. La scuola è un’istituzione, un luogo di resilienza, chiamata a far fronte a tutte le situazioni che il Paese vive. Le famiglie potevano chiamare o recarsi fisicamente, dietro appuntamento, allo sportello, dove abbiamo garantito l’assistenza. Questa è stata una scelta fondamentale e necessaria soprattutto, che deve essere fatta nei momenti di difficoltà.
4. Cosa pensa della scuola estiva? Il suo Istituto aderirà? Come vi siete organizzati?
Noi come scuola abbiamo aderito già da diversi anni, lo facciamo da tempo. Organizziamo attività estive come quelle di musical semi professionali, attività teatrali, cinematografiche e abbiamo anche una scuola di vela al mare. Abbiamo realizzato dei corsi di fisica in un agriturismo dell’Appennino dove i ragazzi imparavano le leggi della fisica di giorno all’aria aperta e la sera si confrontavano con dibattitti filosofici. Oltre alle attività di recupero per l’allineamento didattico, che abbiamo sempre svolto con il fondo dell’istituto e che oggi possiamo affrontare con il fondo dello Stato, desideriamo allargare le attività. Ritengo che sia molto importante per la socializzazione e per l’apprendimento. Siamo una scuola diversa da quella tradizionale, con programmazioni didattiche ludiche e posso affermare che si impara in forma ludica.
5. Se potesse cosa consiglierebbe al Ministro dell’Istruzione Bianchi?
Sicuramente di essere più cauto. Sono in disaccordo con la modalità dell’esame di Stato, identica a quella del 2020. Può essere comprensibile, ma quest’anno avrebbe dovuto invitare le scuole a organizzarsi per fare un vero esame, non facilitato e diverso. Togliere matematica allo scientifico o latino e greco al classico? Direi di no. Non ritengo giusto etichettare i ragazzi come “quelli del Covid”. Avrei preferito un esame “normale”. Comunque auguro al Ministro, persona competente e di formazione, buon lavoro.