Dal 1998 l’Associazione “Ecco tuo figlio” si occupa, nella nostra regione, di offrire a bambini e ragazzi con situazioni familiari problematiche alle spalle, un’alternativa che può davvero cambiare la vita.
di Elisabetta Pieragostini

Si dice che per crescere un bambino sia necessario un villaggio e a volte questa frase racchiude davvero un significato immenso. L’affido familiare può essere una delle modalità di sostegno alle famiglie d’origine, una scelta di cuore che può cambiare la vita a tantissimi bambini e ragazzi che vivono situazioni di profondo disagio. Ne abbiamo parlato con il team dell’associazione marchigiana Ecco tuo figlio.
Che cos’è l’affido familiare?
Spesso c’è confusione con l’adozione. Intanto possiamo dire che l’affido familiare è normato giuridicamente dalla legge n.184 del 1983 e reintegrato dalla legge n.149 del 2001. L’affido familiare non è altro che un’accoglienza temporanea del minore presso una famiglia che deve garantire un ambiente sereno e tranquillo. La durata massima dell’affido è di 2 anni. In alcuni casi possiamo parlare di affido sine die che invece arriva fino alla maturità del ragazzo. Le motivazioni dell’allontanamento del minore dalla casa d’origine possono essere diverse e disparate: ad esempio un minore con una famiglia monoparentale che deve subire un intervento e non ha nessuno a cui lasciare il figlio oppure situazioni più problematiche e delicate come dipendenze o problemi mentali, quindi un ambiente non sano per il ragazzo, ma mai viene allontanato per problemi economici della famiglia. Quello che facciamo è un gran lavoro di squadra tra noi associazioni, i servizi sociali, le famiglie e gli enti locali.
Quali sono i genitori tipo che possono rivolgersi a voi per l’affido?
Tutti i genitori, ma potrebbero essere anche le coppie o i single che ne fanno richiesta. L’importante è che siano tutte persone di buona volontà, che hanno tempo libero e che si vogliono mettere in gioco. Non ci sono vincoli di età, deve essere però chiaro che l’affido richiede un impegno non indifferente. Indubbiamente però è un’esperienza unica e meravigliosa, di grande donazione.

Quali possono essere le diverse tipologie?
Le differenze tra gli affidi sono due: consensuale, quello in cui la famiglia di origine si rivolge ai servizi sociali che poi assegnano il minore a una delle famiglie che ne hanno fatto richiesta. L’altro è giudiziale, quando la situazione è più grave, dove ci sono abusi, maltrattamenti, in questo caso il tribunale interviene mettendo in piedi un progetto di affido a una famiglia del luogo o in alcuni casi anche fuori regione per proteggere il minore. Le tipologie invece possono essere diverse: residenziale, o chiamata full time, quando il minore sta 24 ore su 24 con la famiglia affidataria e vede ogni tanto la famiglia di origine; semiresidenziale, dove in genere trascorre il fine settimana con la famiglia di origine e il resto della settimana con la famiglia affidataria; infine c’è l’appoggio che è una delle tipologie più richieste, la famiglia affidataria qui fa da appoggio alla famiglia di origine, tiene il bambino alcune ore, magari lo aiuta nei compiti o lo accompagna alle attività sportive, in questo caso il bambino potrebbe restare anche per alcuni giorni con la famiglia affidataria.
Passiamo alla pratica: quali sono i passaggi e gli step da affrontare nel percorso di affido?
Innanzitutto le famiglie che intendono accogliere questi ragazzi devono acquisire informazioni presso le nostre associazioni e tramite gli sportelli dei servizi sociali e fare una chiacchierata informativa e conoscitiva. Dopo aver maturato l’idea di voler procedere con l’affido devono fare un percorso di conoscenza più approfondita tramite incontri con psicologi, assistenti sociali e visite a casa. Dopo questo percorso la famiglia è “abilitata” quindi pronta per entrare a far parte di un data base a cui si attinge nel momento della richiesta e del bisogno.
Progetti per il futuro che ha l’associazione Ecco tuo figlio?
Il nostro progetto più ambito è quello di continuare con la sensibilizzazione e la diffusione del servizio di accoglienza dei minori. Vogliamo fare continua formazione per essere sempre all’altezza della situazione ma soprattutto cercare di fare rete con altre associazioni perché collaborando possiamo fare tanto per questi ragazzi. Abbiamo anche dei progetti con il comune di Ancona e di Jesi che speriamo vedano la luce a breve. Il progetto più bello è quello di far crescere questi ragazzi nella serenità, nell’amicizia e nell’accoglienza.