Il Comitato Etico dell’Asur Marche dà il via libera al suicidio assistito per il 43enne divenuto tetraplegico a causa di un incidente stradale e assistito quotidianamente da sua madre.

“Chi mi sta vicino comincia a rendersi conto… per loro, soprattutto per mia madre, cresce il dispiacere nel realizzare quello che farò” così Mario, 43enne tetraplegico marchigiano, racconta alla stampa nazionale l’altra faccia della sua richiesta: morire per porre definitivamente fine alle sue sofferenze. Il nulla osta del Comitato Etico dell’Asur Marche alla pratica del suicidio assistito, giunta ieri, fa di Mario il primo italiano a vedere riconosciuto il diritto alla “dolce morte”. E accanto alla sua scelta di andare fino in fondo, fanno capolino le brevi dichiarazioni di sua madre, chiamata ogni giorno ad assisterlo: “…ha ragione, vivere così che vita è?” e ancora “Sono fiera e orgogliosa per quello che mio figlio ha saputo fare, ma adesso che è arrivato questo momento il pensiero mi fa soffrire, perché so che lo perderò”.