A tre anni dalla tragedia della Lanterna Azzurra, l’associazione CO.GE.U (COmitato GEnitori Unitario) porta avanti una battaglia quotidiana per il diritto al divertimento in sicurezza. La presidente, Luigina Bucci: “Abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri ragazzi”.
di Veronica Fermani
“È stato uno tsunami. I nostri figli erano lì quella sera. Hanno perduto i loro amici. Hanno visto scene che si porteranno dietro per tutta la vita. Siamo stati travolti”.

Luigina Bucci è una delle tante mamme “sopravvissute” alla strage di Corinaldo. La notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, suo figlio era all’interno della Lanterna Azzurra. Lui si è salvato, mentre sua cognata, Eleonora Girolimini, è rimasta uccisa nella calca. Da quel giorno, niente è stato più come prima. “Dopo la tragedia, come genitori abbiamo cercato di capire che cos’era realmente accaduto. Piangere, commemorare, ricordare era importante. Ma avevamo anche una responsabilità di fronte ai nostri figli, così abbiamo convogliato l’energia nata dalle ceneri di quell’evento in un comitato che poi è divenuto associazione”. CO.GE.U, associazione di cui Luigina Bucci è presidente, diventa così un soggetto attivo, in costante dialogo con la scuola, con l’Asur e con tutti quei soggetti coinvolti nell’organizzazione di sportelli di ascolto e di altre iniziative proprio all’interno degli istituti frequentati dai ragazzi della Lanterna Azzurra.
“Andando avanti con la nostra attività, ci siamo accorti che non esiste una normativa che tutela gli adolescenti sotto il profilo del divertimento. Così a giugno 2019 abbiamo sottoscritto in Regione il Codice Etico dell’intrattenimento. Il documento porta la firma dell’allora Garante per i diritti dei minori, Andrea Nobili, e del direttore generale di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco. All’interno sono contenute una serie di regole destinate ai locali per garantire il divertimento in sicurezza dei minori”.
Gradualmente l’associazione si apre anche ai ragazzi, includendoli non solo nelle iniziative portate avanti, ma anche nel direttivo. Questo grazie al concerto del ricordo: “L8 per il futuro non è solo un evento musicale. È un modo per dimostrare che un divertimento in sicurezza è possibile. Abbiamo coinvolto artisti che i nostri giovani conoscono bene. E loro hanno capito che ci stavamo interessando alle loro esigenze. Tutti i ragazzi, a partire dai 15 anni, possono entrare a far parte di CO.GE.U. Oggi, l’associazione parla anche la loro lingua. Grazie ad una partnership importante con il gruppo Oneday – ScuolaZoo, i nostri ragazzi hanno tenuto un workshop a Milano nel corso del quale il codice etico è diventato un vero e proprio Manifesto del divertimento in sicurezza, condiviso anche da SILB, l’associazione che unisce a livello nazionale gli interessi di tutti gli operatori del settore. Una sorta di patto di corresponsabilità tra i gestori e i ragazzi. Tutti i locali che rispettano gli otto punti contenuti nel documento, ricevono l’ADG, Adesivo Disco Guard, come sigillo di garanzia. Grazie a questa iniziativa, ci siamo fatti conoscere anche fuori dalle Marche, in Piemonte, in Lombardia, nel Lazio e vorremmo arrivare progressivamente a tutte le regioni d’Italia. Nei prossimi mesi inoltre continuerà l’iniziativa dei Premi di Laurea che, in sinergia con l’Università Politecnica delle Marche e con AMAT, verranno consegnati alle tesi incentrare sul tema della sicurezza”.
Il ricordo non si ferma. “Questo è il primo anno che, l’8 dicembre, cade la Giornata regionale del diritto al divertimento. Ci piacerebbe che questa ricorrenza diventasse nazionale. Perché il diritto ad un divertimento in sicurezza è e deve essere di tutti”.