di Fabrizio Baleani
Le mamme lo sanno bene. Sembrava scomparsa dai radar. Eppure, dopo un’assenza di quasi ventiquattro mesi, è riemersa un’abituale protagonista di stagione, tra le maledizioni di genitori preoccupati e impegnati ad aggiornare i loro periodici interventi “salva-bimbi”. Dalla coda di marzo, l’influenza è tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache nazionali. Sindromi tenute a freno per quasi tutto l’inverno sono tornate ad infestare la penisola e segnano un’incidenza di 4,76 casi ogni mille assistiti. Se si considerano i bambini sotto i cinque anni il dato sale a 14,82 casi per mille.
Altri dati eloquenti fotografano più in profondità l’ultima settimana dei trenta giorni che hanno preceduto questo mese: 6,94 casi su mille nel settore 5-14 anni, 4,45 nello spicchio di popolazione compresa tra i 15 e i 40.
Il monitoraggio è stato eseguito da Flu News Europe (piattaforma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Centro Europeo di Prevenzione e Controllo delle Patologie) ed è basato su un campionamento di pazienti dei medici di base sentinella. La dimensione regionale del fenomeno, documentata dal rapporto appena menzionato, vede la curva delle sindromi influenzali impennarsi vertiginosamente nelle Marche (9,3 casi su mille), in Piemonte (8,54 casi su mille) e in Lombardia (6,15 casi su mille). Sotto la soglia base di 3,16 casi su un migliaio di assistiti si trovano Veneto, Lazio, Molise, Campania e Provincia autonoma di Trento. La voce di apprezzati camici bianchi può, senza dubbio, rassicurare genitori alla prese con quest’onda di malanni primaverili. Secondo il dott. Giuseppe Umberto Cicione, Segretario Provinciale e Vicesegretario Regionale della Fimp (Federazione italiana medici e Pediatri), “ La prima caratteristica di questa influenza è il ritardo con cui si è presentata rispetto agli altri anni, sono interessati principalmente i bambini in età scolare, in particolare i bimbi che frequentano la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. La concentrazione dei casi all’interno di un lasso di tempo più breve è la prima caratteristica da evidenziare. Negli anni precedenti il numero di casi si distribuiva nell’arco di uno o due mesi. Al contrario, quest’anno la densità dei casi rilevati è stata maggiore in un lasso di tempo minore, con punte particolarmente elevate di densità nel segmento temporale incluso tra il 10 marzo e l’ultima settimana dello stesso mese. Un altro aspetto rilevante è che in un momento come questo diviene estremamente difficile per il pediatra fare una diagnosi differenziale tra questo genere di influenze e le malattie derivanti da infezione da Covid. basandosi sulla sola sintomatologia clinica. Occorre ricorrere, per maggiore sicurezza, agli appositi tamponi. I sintomi più comuni sono la febbre alta, la tosse insistente e le difficoltà respiratorie. Io dico sempre che il miglior pediatra è proprio la mamma perché osserva il figlioletto nell’arco delle ventiquattrore e sa riconoscere le sue condizioni generali percependo il suo stato, non sottovaluta nessun aspetto, racconta tutto a noi medici con una precisa ed affidabile anamnesi. Il suoi aiuto prezioso ci consente di agire con anticipo sull’eventualità che le condizioni si aggravino”. Ma esistono forme di prevenzione ? “ Noi italiani- continua il pediatra- siamo piuttosto restii ad intervenire secondo una logica di prevenzione. Purtroppo abbiamo una maggiore consuetudine a muoverci solamente quando i problemi son diventati emergenze. [F1] L’attività di protezione più efficace proviene dalla vaccinazione anche contro le influenze (ormai dal prossimo ottobre). Tuttavia- rassicura il dott. Cicione-le mamme possono stare tranquille, non sono state osservate particolari complicazioni. Chiaramente meritano un più attento monitoraggio i più fragili perché il virus influenzale può aprire le porte ad infezioni batteriche. Molte sono le fragilità a cui mi riferisco. Si pensi ai bimbi cardiopatici, ai bambini affetti da malattie respiratorie croniche, penso alle forme più gravi di asma, ha chi ha fibrosi cistica, ai pazienti oncologici, a coloro che hanno fatto uso o fanno uso da tempo di farmaci immunosoppressivi per malattie autoimmuni. In questi e in molti altri casi, bisogna essere più cauti e la prevenzione ha un ruolo fondamentale.”
Considera la vaccinazione “ consigliabile” per i soggetti fragili anche il pediatra di famiglia Enzo Rossi che non ha riscontrato particolari complicazioni e ricorda “stagioni molto peggiori rispetto all’attuale”. “ Effettuando test rapidi per la diagnosi dell’influenza-continua il camice bianco di Loreto-ho constatato un vero e proprio boom nell’ultima settimana di marzo, specialmente nei bambini in età da nido. Tra le caratteristiche ho potuto osservare la presenza di febbre alta, tosse e malessere generale, oltre ad una certa tendenza al decorso, ovvero la scomparsa della malattia influenzale per un giorno e la ricomparsa successiva”.