intervista di Elisabetta Pieragostini

Chiara Biondi è il nuovo assessore alla cultura della regione Marche. Tra entusiasmo, progetti, professionalità e obiettivi ci racconta cosa immagina per il futuro della regione.

Grazie per essere con noi assessore. Da poco ha assunto questa nuova carica di assessore alla cultura, cosa rappresenta per lei?

È una grande sfida e una grande responsabilità. Sento la grande opportunità di costruire un percorso nuovo per le Marche e al tempo stesso la responsabilità di trovare soluzioni alle questioni che lo richiedono.

Quali sono i progetti che presenterete?

Sono tanti gli interventi previsti. Abbiamo progetti per promuovere lo sport, fin delle scuole elementari, per valorizzare gli eventi sportivi, che sono anche eventi con una forte attrattività, abbiamo progetti per promuovere percorsi di didattica innovativa e progetti di sostegno allo spettacolo dal vivo, alle imprese culturali e creative, ai progetti di valorizzazione del patrimonio come il Grand Tour dei Musei, che promuove attività e visite nei musei marchigiani o i Grand Tour Cultura e Biblioteche. Tra le novità il bando unico della cultura che per la prima volta semplificherà l’accesso ai fondi. Gli utenti avranno la possibilità di visualizzare in un’unica interfaccia tutte le proposte del settore cultura potendo scegliere il bando, o i bandi, a cui partecipare. Cito infine il bando per direttori di rete che introduce in maniera sistematica l’aggregazione di istituti e luoghi della cultura. Siamo i primi in Italia a farlo.

Quali sono i temi più urgenti da affrontare e quelli che sta già affrontando da quando ha ricevuto l’incarico?

Uno dei primi temi su cui mi sono concentrata è quello della scuola. A pochissimi giorni dal mio insediamento ho incontrato il Ministro Valditara. Dopo una serie di incontri e grazie al lavoro svolto in sinergia con l’Onorevole Latini abbiamo ottenuto un primo risultato in relazione alle scuole dell’area del cratere con l’emendamento che consente di derogare dal numero minimo per la formazione delle classi.

In merito al tema scuola, quali sono le priorità del suo assessorato su questo fronte?

Ora la stessa sfida va rilanciata per le scuole delle aree interne e delle aree montane. Non possiamo permettere che sull’istruzione marchigiana penda la spada di Damocle dei numeri. Dobbiamo garantire qualità didattica ma sulla base di standard che siano ragionevoli. Lo scopo è quello di contrastare lo spopolamento. Sempre in ambito istruzione finanzieremo con fondi europei, circa 12 milioni, progetti che favoriscano la didattica innovativa. Dobbiamo agevolare percorsi di apprendimento che rispondano alle esigenze dei nostri ragazzi. La scuola è centrale nella crescita di una società, dobbiamo trattarla con strumenti adeguati e avendo obiettivi ambiziosi.

Come intende affrontare problematiche tipo l’accorpamento di classi/istituti che il nostro territorio, in particolare alcune zone dell’entroterra, sta vivendo a causa del basso tasso di natalità?

Dobbiamo lavorare in Parlamento e all’interno della Conferenza Stato-Regioni, come abbiamo già iniziato a fare, affinché si giunga a regole che tengano conto delle peculiarità dei territori marchigiani. Dobbiamo innanzitutto tenere alta l’attenzione su questi temi e far capire che la scuola è un presidio fondamentale di contrasto allo spopolamento e che questo ha effetti positivi su tanti fronti, come per esempio sulla tutela del territorio. Favorire questo equilibrio demografico è nell’interesse di tutti, non solo delle aree interne e montane.

Quali sono le attività culturali previste dal PNRR?

Abbiamo una misura per la valorizzazione del patrimonio architettonico rurale con 69 progetti finanziati e 123 beni che saranno recuperati. Inoltre abbiamo finanziato la formazione professionale di Giardinieri d’arte per giardini e parchi storici. Con questa misura siamo Regione pilota. Vogliamo così creare occupazione qualificata e assicurare ai giardini di interesse culturale un adeguato livello di cura e manutenzione, anche in vista della loro crescente fruizione culturale e turistica. Un altro intervento riguarderà la digitalizzazione del patrimonio marchigiano conservato in biblioteche, archivi e musei. Non si tratterà semplicemente di trasferire queste risorse dall’analogico al digitale ma di avviare un nuovo sistema di gestione e fruizione dei beni.

Quali novità lei assessore porterà o vorrebbe portare alla nostra regione?

Vorrei far comprendere che settori come istruzione, cultura, sport e terzo settore sono centrali per la crescita e lo sviluppo di una regione. Non sono e non possono essere un corollario, ma un bene primario.

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