di Elisabetta Pieragostini

Neet Caregiver, oggi se ne parla tanto. Ma chi sono? Sono giovani donne, di età compresa tra i 25 e i 29 anni, con responsabilità familiari ma che risultano inattive sotto il profilo professionale. Gli studi condotti sottolineano come l’inattività lavorativa sia dovuta alle responsabilità familiari e agli elevati costi per le cure dell’infanzia che gravano pesantemente sulle giovani famiglie. L’altro aspetto che si può evidenziare è quello culturale, dovuto al ruolo tradizionale, che vede la donna della famiglia portare a casa uno stipendio più basso dell’uomo. Questo perché ancora siamo lontani dalla parità di genere anche dal punto di vista retributivo e non si riesce a colmare il gap salariale, che vede gli uomini percepire uno stipendio medio di Euro 1.715 contro le donne che percepiscono mediamente Euro 1.467. Altro aspetto importante è che spesso le donne svolgono lavori precari o restano più facilmente senza lavoro per vari periodi di tempo. Se poi le Neet Caregiver sono di origine straniera il tutto assume un peso più rilevante. La percentuale di donne senza lavoro e non lo stanno cercando arriva addirittura al 75%.

Troppi Neet in Italia Secondo dati certificati l’Italia è il paese europeo con il più alto numero di Neet, giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano né lavorano. C’è soprattutto una prevalenza femminile, fino al 50%, che cresce aumentando con l’età e al Sud l’incidenza è raddoppiata rispetto al Nord. La causa è da rintracciarsi sempre in una situazione di stereotipi e pressioni sociali che vede le donne svantaggiate. Tutto questo porta le donne a non sognare più, a scoraggiarsi perché sono limitate dagli stereotipi e retaggi maschilisti. Dobbiamo lavorare ancora tanto perché siamo lontani dalla parità di genere, una situazione che vede l’Italia solo al 63esimo posto. Colmeremo mai questo gender gap?  

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